Iniezioni di malta

Per il consolidamento della muratura, molte volte è necessario inserire nel piano operativo quello che prevede le “iniezioni di malta”. Questa tecnica è applicata di solito nelle murature in pietra, dotate di percentuali elevate di vuoti interni.
Questo tipo di tecnica è definita “passiva”, perché non richiede l’esecuzione di operazioni che alterano l’equilibrio o l’aspetto esteriore della struttura e necessita dell’esistenza di vuoti che permettano di far entrare all’interno della muratura le miscele leganti, che hanno il compito di migliorare le prestazioni meccaniche del muro, eliminando le fessure e le cavità, rafforzando così i legami fra i componenti della muratura stessa.

E’ un intervento molto diffuso negli edifici del passato, anche di particolare pregio artistico e architettonico, dove si vuole mantenere la struttura il più possibile fedele all’aspetto originario.
Si procede facendo penetrare la miscela legante, in pressione o tramite colata nei vuoti presenti attraverso dei boccagli, così da ripristinare e migliorare le caratteristiche meccaniche per la più efficace ripartizione degli sforzi agenti, originata dall’eliminazione dei vuoti stessi. Le miscele sono costituite da acqua e leganti inorganici come la calce o il cemento o da miscele organiche come le resine ed hanno un diverso grado di compatibilità con la struttura originaria, influendo sulla rigidezza e la resistenza dell’involucro edilizio.

La tecnologia offre una vasta gamma di materiali per questa operazione ed ognuno di questi ha caratteristiche individuali di cui si deve tenere conto nella fase di progettazione.

Caratteristiche fondamentali ed imprescindibili sono l’essere anti ritiro (o meglio a ritiro compensato) e garantire una compatibilità chimico-fisico-meccanica con la malta e gli inerti che devono consolidare.

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